Rossetti, Gabriele, poet and scholar (1783-1854). ALS.

N. p., [20 June 1850?].

8vo. 2 pp. on bifolium.

 2,800.00

Detailed letter to "mio carissimo Generale", i. e. the Naples general Guglielmo Pepe (1783-1855), regarding his "Narrative of Scenes and Events in Italy from 1847 to 1849": "Ho preso varie volte la penna per rispondere all'articolo dello Standard da voi indicatomi; ma come difendere l'opera da quel giornale […] criticata, se prima non avessi letto l'opera stessa? Come difendere ciò che non si conosce? Ciò mi fe' cader la penna dalle mani, aspettando che il vostro lavoro mi fosse ben cognito. Ora dunque lo sto considerando attentamente, e ve ne dirò le prime sensazioni che in me eccita. Vi parlerò per ora di questo 1.° volume, che darà materia a questa prima letterina; e quando avrò letto il secondo, vi darò la mia opinione sul totale: ed allora vi dirò francamente ciò che debba farsi riguardo all'articolo dello Standard, che ho già letto. Trovo questo 1.° vol. eccellente per ogni riguardo, che eccita grande interesse nel lettore, e che diverrà un repertorio di fatti autentici e sicuri per lo storico, che troverà in voi non solo il contemporaneo ben informato, ma quasi il testimonio oculare di quanto narra, di cui può ben dire quorum pars magna fui. V'indicherò di volo qualcuna delle parti che mi hanno più soddisfatto. Ripeto prima che quanto finora ho letto tutto mi piace; ma vi lodo principalmente per le varie riflessioni che fate nella pa. 116 e 117 (ediz. di Londra) su ciò che avrebbe dovuto farsi in Napoli e in Piemonte, onde l'italica rivoluzione avesse buon successo. Le vostre idee coincidono perfettamente con le mie. Deporre Ferdinando dal trono, e […] la reggenza di suo figlio; e in Piemonte unirsi sinceramente a Carlo-Alberto, e secondarlo nella grande intrapresa della indipendenza di tutta la penisola. Oh quale sbaglio han fatto i Liberali in ambe le parti! Sbaglio che ha fatto abortire una si importante rivoluzione, cominciata con sì fausti auspici! Il Ricciardi e i Ricciardeschi, il Mazzini e Mazzineschi, sì nell'uno che nell'altro regno han fatto la ruina della gran causa. Per voler troppo han perduto tutto! E chi sa per quanto tempo sentiremo l'effetto della loro scempiataggine. Noi ne abbiamo angoscia, ma essi debbono averne anche ri-morso. Maledizione a Fernando, lodi e scusa a Carlo Alberto: ciò fate; e ciò chiedeva la giustizia. Questo è stato sempre il mio linguaggio; e godo nel vederlo confermato dal vostro. Evviva, evvi-va. Tutto questo cap. VII. si legge con crescente piacere ed istruzione avreste dovuto però calcare un po' più la mano sull'iniquo Bozzelli. Voi non ignorate sicuramente che tutti coloro i quali pur effervescenze politiche han prodotto la nostra ruina, per scusare se stessi, rigettano il torto su Carlo-Alberto ch'essi chiamano traditore. Così sta ora facendo il Mazzini qui pubblicamente. Io non cesserò mai di gridare contro una tal calunnia. Il capitolo VIII, dal punto ch'espone la ri-chiamata delle truppe napoletane al regno, mi cagiona la stessa pena che provai in quei momenti nefasti in cui lessi ciò sui pubblici fogli. Mi sento eccitato al pianto. Il Carrascora di cui parlate non è certo Michele. È forse suo figlio? E Michele dov'è, e che n'è? Io l'ho perduto di vista. Tut-to il IX capitolo, ch'espone la fatale catastrofe di Napoli, seme sventurato di tutta l'Italica ruina, mi divora a tal punto che non posso seguire la lettura… Ricomincerò domani. Oh destino, desti-no, e quando […] di attraversarti al progresso d'Italia? Quando quei che più l'amano [….] come i suoi più dichiarati nemici? Quando metteremo giudizio? Mai! Peccato che sieno accorsi nella stampa tante stroppiature di nomi proprj. Perché non avete ordinato ch'io rivedessi le pruovo? Avrei fatto due cose buone ad un Tempo: avrei letto l'opera a tempo, e avrei fatto molte rettifica-zioni. Ma in sostanza i fatti son veri, e i nomi saranno rettificati dalla vostra ediz. italiana. Tosto avrete un'altra mia lettera. Addio, caro Generale […]".

Some ink smudging and offsetting.

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